martedì 27 settembre 2016

Girls of Paradise e l'indignazione



In questo post, riporto una notizia uscita recentemente su Adweek, nasce in Francia il sito di  escort Girls of Paradise (ragazze del paradiso) un sito decisamente molto particolare.
Il sito infatti si presenta come un normale sito di prenotazione escort, con possibilità di chattare in live e anche di telefonare direttamente alle ragazze. Finchè il possibile cliente non contatta effettivamente le ragazze, tutto normale. Cambia però quando il cliente utilizza la chat o il telefono, a quel punto partono altri tipi di fotografie rispetto a quelle presenti, e il cliente scopre che effettivamente la ragazza scelta è morta sul lavoro ovvero come escort, a causa di un cliente violento.
Il sito è stato creato dall'associazione francese Mouvement du Nid che si occupa appunto di aiutare le donne che subiscono violenza e abusi nel giro della prostituzione.
La campagna è stata creata prendendo spunto dalla nota serie televisiva Walking dead che aveva ironicamente utilizzato Tindr per la promozione della nuova stagione, man mano che si chattava con una ragazza questa si trasformava in zombie (io lo trovo spassosissimo comunque). 
Tornando a Mouvement du Nid, al di là del forte impatto e del senso di indignazione che cerca di provocare, la campagna naturalmente resta in qualche modo sospesa dal fatto che non sappiamo se le persone che hanno cercato di contattare le ragazze vengano poi indirizzati verso una qualche forma di ascolto e rinforzo piuttosto che restare indignati e sicuramente scioccati ma probabilmente avere un periodo di allontanamento e poi ritorno. Perchè essere così pessimisti? Perchè purtroppo la violenza nel mondo della prostituzione non è un mistero o una notizia segreta e di casi ne sentiamo se non spesso almeno con una certa frequenza tale da dirci che è una situazione di norma e non un'eccezione rara al punto da essere fascinazione in film e telefilm che vediamo quotidianamente dentro le nostre case.
(a sinistra uno screenshot di True Detective, dove una prostituta di paese racconta e involontariamente mostra la frustrazione che abitualmente i suoi clienti sfogano sul suo corpo)
Eppure è detto il mestiere più antico del mondo, anche quando non si poteva esimersi dallo scegliere fisicamente una persona e magari ignorarne lividi e affini.
La campagna del sito Girls of Paradise ha di interessante, a parte lo shock emotivo di far eccitare i clienti per fargli scoprire che la ragazza per cui hanno un'erezione è morta, che ha ripreso l'idea del web come strumento trasformista che da barriera patinata e spersonalizzata di una realtà spesso edulcorata, diventa doppio specchio di una realtà più cruda e tutto sommato volutamente ignorata. Rompe in un certo senso la quarta parete e porta le ingiustizie e le cattiverie provocate dalle nostre scelte su un piano di immediata responsabilità. Un tentativo che associazioni no- profit e agenzie stanno cavalcando da tempo, basti pensare all'esperimento sociale con il distributore di t-shirt a basso costo (a questo link potete vederlo), il web e la tecnologia offrono attualmente la possibilità di interazioni complesse e gestibili, allo stesso tempo ci siamo così abituati ad usarle che qualsiasi messaggio diverso da quello che ci aspettiamo provoca effettivamente una reazione.
Ma le implicazioni su questo genere di campagne su cui vorrei soffermarmi sono un paio:
  1. La ripetitività, queste campagne sono ancora abbastanza di impatto perchè sono qualcosa di relativamente nuovo ma questo non dura per sempre, anzi, vista la velocità di propagazione mediatica attuale dura sempre di meno. Basti pensare alle tipiche immagini dei bambini dell'unicef se ci pensiamo bene non ci fanno praticamente più nessun effetto, anzi in realtà provocano nel nostro cervello effetti negativi e controproducenti rispetto alla percezione di qualsiasi persona di colore che possiamo poi vedere nella vita reale nonchè della causa stessa. Prima o poi in pratica, ci abitueremo anche a questi effetti sorpresa, in un insensibilizzazione di noi stessi ancora maggiore, e per insensibilizzazione intendo che vedremo una campagna, penseremo "un'altra" e con un po' di noia passeremo oltre.
  2. Indignazione che parolone, sì ci ho un po' fatto la rima ma perchè è un po' il leitmotiv del momento, c'era una volta il popolo di internet, si indignò, fine. L'indignazione è un sentimento molto sopravvalutato perchè è visivamente misurabile, (quindi alle agenzie di comunicazione fa molto molto comodo) lo vediamo dalle condivisioni (e sappiamo che è superficiale perchè funziona anche con notizie palesemente false che per "indignazione" vengono condivise senza approfondire), lo vediamo dai video, dalle foto, abbiamo insomma l'idea di quel momento in cui avviene lo shock e quindi la presa di distanza, la rabbia. Il punto è che se questo sentimento fosse affidabile il mondo occidentale, le nostre scelte d'acquisto, la prostituzione, tutto il mondo sarebbe nettamente diverso, il fatto è che in realtà l'indignazione è molto fugace se poi non viene sostenuta da un percorso, da un rinforzo di stimoli e da una realtà che ne sostenga la parte razionale, cioè il nostro cambiamento nei confronti di ciò che ci ha indignato. Gli uomini che hanno scelto le prostitute e poi sono rimasti scioccati pensiamo che non cercheranno più il piacere fisico di una persona pagandola? O magari tornerà il bisogno più forte dello shock e tutto sommato la normalità avrà la meglio? Semplicemente per quanto di impatto, queste campagne non hanno seguito, ha seguito l'associazione (che agisce sulle prostitute) ma non la campagna (che agisce sul cliente). Io ci vedo una falla importante soprattutto perchè come con le condivisioni si crea l'illusione dell'azione.
Detto ciò, la campagna è interessante e scioccantemente efficace per far restare molto male chi sta cercando una sveltina a pagamento con un corpo senza un'anima, un'occhiata la merita sicuramente e anche se ho scritto una critica è sicuramente un bel lavoro con una carica emotiva molto forte anche per chi non è in cerca di carne fresca ma vede solo il video.

2 commenti:

  1. i film e i telefilm che raccontano la violenza all'interno del mondo della prostituzione non la rendono affascinante. Raccontare il male che esiste nella società non vuol dire avallarlo

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  2. No infatti, fascinazione è il subirne il fascino, cioè nei film si riportano spesso storie di prostitute, basta guardare una qualsiasi stagione di un qualsiasi telefilm thriller moderno, è un mondo nascosto e pericoloso che calza con l'idea di omicidio, questo non significav avallarlo ne renderlo affascinante

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